Parigi, novembre, una giornata di pioggia, una ragazza dal cuore spezzato, un libro e il suo autore misterioso: sono questi gli elementi che stanno alla base di questo delizioso romanzo.
Protagonista è Aurelie Bredin, una  dolce ragazza vissuta in un piccolo ristorante di famiglia, a Saint Germain des Pres, "là dove pulsa il cuore di Parigi". Ed è nelle tovaglie a quadri bianchi e rossi e nei deliziosi sapori della cucina che la ragazza si rifugia nei momenti tristi della sua vita.

Così, Aurelie passa le sue giornate tra i tavoli di "Le temps des Cerises": tale nome fu scelto dal padre non tanto per motivazioni politiche (Le temps de Cerises è una celebre canzon francese diventata l'inno della Comune di Parigi), quanto perchè lui amava il tempo delle ciliegie, che è così bello e dura poco, e l'omonima canzone rievocava alla sua mente ricordi personali, un senso di ottimismo e malinconia per gli amori che vanno e vengono.
Ma c'è di più. "Le temps des Cerises" è anche il luogo in cui il signor Bredin conquistò la moglie (la mamma di Aurelie) con il suo celebre Menu D'Amour.
Purtroppo la mamma di Aurelie muore quando lei è poco più che una bambina ed anche il padre, come apprendiamo leggendo le prime pagine del romanzo, la lascia anzitempo:

"Un  giorno il suo cuore aveva deciso di fermarsi. Così senza preavviso. [...] Aveva sessantotto anni. E' morto troppo presto. D'altronde non è forse vero che le persone che amiamo se ne vanno sempre troppo presto? A prenscidere dalla loro età".

Contemporaneamente, il suo findanzato Claude decide di lasciarla, anche lui senza preavviso:

"Aurelie, ho incontrato la donna della mia vita. Mi dispiace sia capitato proprio adesso, ma tanto prima o poi sarebbe successo. Abbi cura di te.
Claude"

Fu così che Aurelie si trovò completamente solo al mondo: i genitori non c'erano più, Claude l'aveva lasciata. Le restava solo un'amica, Bernadette, così tanto diversa da lei e che tra l'altro non aveva mai provato simpatia per Claude.
Dopo una notte insonne e di lacrime, una piovosa mattina di novembre, Aurelie si ritrova da sola a vagabondare senza meta per le strade di Parigi:

"A volte si cammina per andare da qualche parte, a volte si cammina e basta. E si continua a camminare finchè la nebbia non si dirada, finchè la disperazione non si placa o finchè non abbiamo analizzato da tutte le angolazioni possibili il pensiero che ci martella il cervello.
Quella mattina non avevo una meta, mi sentivo la testa vuota e al posto del cuore un macigno di cui avvertivo tutto il peso. [...] Fu la passeggiata più lunga della mia vita. [...]  Il cielo di un blu cupo si stendeva sopra Parigi come una stola di velluto. [...] Ci avevo messo molto a capire che l'abisso di tristezza che pesava come piombo sul mio cuore non dipendeva soltanto da Claude che mi aveva lasciata. Avevo trentadue anni, e non era la prima volta che vedevo finire un amore. Me n'ero andata io, se n'erano andati loro, uomini migliori di Claude, lo schizzato.
Stavo realizzando che tutto cambia, tutto si dissolve, che uomini che mi avevano tenuta per mano ad un tratto sparivano per sempre, che stavo perdendo il contatto con la realtà e tra me e l'universo non c'era che un ombrello celeste a pois bianchi".

Dopo ore di cammino, passo dopo passo, Aurelie, si ritrova in rue Sanit-Louis, davanti all'unico negozio che aveva ancora le luci accese:

"Era una piccola libreria e mentre mi precipitavo dentro non potevo certo immaginare che quel gesto avrebbe cambiato per sempre la mia vita"

E' già abbastanza strano per Aurelie trovarsi in mezzo ai libri: forse per pigrizia, forse per destino, Aurelie non ha mai avuto la costanza di leggere libri per intero, tanto meno in giorni di assoluta tristezza. Quando Aurelie è triste non legge mai, piuttosto pianta fiori.

Nonostante ciò, un libro attira la sua attenzione: "Il sorriso delle donne" è il titolo, ma ancor più curiosa è la presentazione:

"Questa storia inizia con un sorriso tra gli scaffali di una libreria e finisce in un piccolo ristorante a Saint Germain des Prés, là dove pulsa il cuore di Parigi".

Aurelie è sopresa, il ristorante a Saint Germain des Près è il suo! non può essere altrimenti! Incuriosita, compra il libro e lo divora in una sola notte, tra tè, tramezzini e deliziosi macarons.
A lettura conclusa, ormai Aurelie è convinta: il libro (che tra l'altro l'ha entusiasmata) parla di lei e del suo ristorante. 
Felice per l'inaspettata scoperta, decide di mettersi in contatto con l'autore del libro per ringraziarlo. Tuttavia riuscire a risalire allo scrittore non è impresa facile. Infatti ,Andrè, il proprietario della casa editrice francese che ha pubblicato il libro, tenta di ostacolare in tutti i modi l'incontro (il motivo lo scoprirete leggendo il romanzo :) ).
In ogni caso, Aurélie non si lascia scoraggiare e quando finalmente riuscirà nel suo intento, l’incontro sarà molto diverso da ciò che si era aspettata. Più romantico, e nient’affatto casuale.




Non vi dico altro, vi lascio alla lettura.
Quanto a me, non posso che esprimere lo stesso entusiasmo con cui ho iniziato la lettura del libro.
Si tratta del primo romanzo scritto da questo giovane scrittore franco-tedesco (madre tedesca, padre francese). E' ovvio che non si tratta di "alta letteratura", ma è comunque un romanzo ben fatto, nello stile e nel contenuto. La testimonianza che si possono scrivere libri belli, senza scadere nella banalità tipica di altrettanti giovani scrittori italiani (non faccio nomi, ma avrete capito).
Scrittura fresca, limpida e scorrevole, trama intrecciata e coinvolgente. Un ottimo romanzo di lancio, una lettura che appassionerà qualunque donna romantica che ama le affascinanti atmosfere che solo una città come Parigi sa suscitare.
Interessante, inoltrre, il modo in cui Nicolas traccia il personaggio di Aurelie: da uomo, mostra con sensibilità di conoscere l'animo femminile, regalandoci la tipica e dolce immagine della ragazza parigina che chiunque sogna di incontrare.
A fine testo, potete leggere il "Menu D'amour" con tutte le deliziose ricette di Aurelie, sulle quali potrete cimentarvi nei freddi pomeriggi invernali.
Voto: 10 su 10...con lode :)

P.S. Ho sentito dire che ne faranno anche un film...spero che la pellicola restituisca la stessa coinvolgente atmosfera del romanzo.  


La felicità è un cappotto rosso
con la fodera a brandelli

Julian Barnes