Cari lettori, ritorno dopo qualche giorno di assenza dovuta agli impegni che mi impediscono di scrivere con una certa assiduità.

Oggi vorrei esprimere la mia opinione riguardo al "caso" della Festa dell'Unità di Roma.  Non voglio soffermarmi sulla festa, ma sull'immagine scelta, che a quanto pare, sta destando scandalo.  
Leggevo oggi su Repubblica :
Come già nel 2010 e nel 2009, è scontro interno sull'immagine scelta dal Pd per l'appuntamento di Roma. Il movimento "Se non ora, quando": "Uso strumentale del corpo femminile" 

L'immagine oggetto dello scandalo è questa :



Quest'altra invece quella dell'anno scorso :


In entrambi i casi, le immagini scelte hanno destato scalpore per la "strumentalizzazione del corpo femminile" .

Quest'anno ad appoggiare la critica troviamo anche il movimento "Se non ora quando" , che come tutti saprete, in occasione di bunga bunga e Rubygate, ha deciso di dire la propria e manifestare a favore di un'immagine della donna diversa da quella che circola nei palazzi del potere o nei siparietti televisivi, per far sentire la voce di tutte quelle donne che studiano, lavorano, vivono dignitosamente.

La manifestazione, che ha avuto un favore di pubblico enorme, ha trovato in me (parziale) condivisione, e zero partecipazione. Ovviamente non perchè io sia favorevole al bunga bunga o all'immagine della donna fornita dalla tv spazzatura che anima le nostre reti televisive.

I motivi della mia non-partecipazione sono essenzialmente due :
  1. La mia natura individualista mi impedisce di scendere in piazza ad urlare slogan e frasi fatte in coro del tipo "Siamo donne, oltre le gambe c'è di più"
  2. Pur avendo trovato le idee della manifestazione giuste e condivisibili, ritengo che alla base ci sia un facile giudizio e un ipocrita perbenismo. Mi spiego meglio : è facile andare contro qualcosa su cui siamo tutti daccordo, è ovvio che donne come Ruby non siano dei modelli da imitare, ma non credo che il "degrado" dell'immagine femminile si possa ridurre solo a questo; personalmente credo che esistano tanti altri fenomeni "invisibili" che appartengono al costume dell'80% delle donne italiane ( molte delle quali sono le stesse che hanno partecipato alla manifestazione ) e che di certo non contribuiscono ad alzare di livello l'immagine femminile. Mi riferisco soprattutto alle femministe più estemiste che con questo chiodo fisso della parità dei sessi e della dignità della donna, hanno finito col creare un' immagine di donna sempre più vicina all'uomo e sempre meno femminile. Io mi guardo intorno e vedo tante donne, ma poca femminilità. E per femminilità non intendo in questo caso eleganza esteriore, ma uno stato d'animo, un modo d'essere che tante donne hanno perso.
Insomma quello che voglio dire è che il discorso, a mio parere, è molto più complesso di quanto sembra. E prima di cercare di cambiare il mondo, bisognerebbe che ogni donna cominciasse a guardarsi dentro e cambiare un pò se stessa, se è il caso.

Tutto questo discorso si ricollega alla questione relativa alle immagini "scandalo", che ovviamente, come avrete potuto capire, io non condivido.

Innanzitutto non trovo assolutamente "scandalose" queste fotografie, nè quella di quest'anno, nè quella dell'anno scorso. Se proprio dovessi esprimere un opinione, troverei più scandalosa l'immagine di una donna volgarmente eccessiva o in rigoroso tailluer, che una foto sbarazzina di una donna con la gonna al vento o con un mazzo di rose in mano.
Ed è proprio questo il punto : siamo talmente abituati alla trasgressione da una parte e al rigido conformismo dall'altra, che ci siamo dimeticati della spontaneità, la freschezza, la libertà di essere se stessi seconda natura. Io credo che queste due foto rappresentino bene ( anche se solo in piccola parte ) quello che la donna è o dovrebbe essere. Penso che a qualsiasi donna piacerebbe ricevere un mazzo di rose, e questo non offenderebbe di sicuro la sua immagine; così come penso che qualsiasi donna dovrebbe essere per natura un pò "lolita", un pò "civettuola" e questo non significa che sia poco intelligente o, peggio, una donna da marciapiede.

Inoltre, usare due foto di donne in atteggiamenti "femminili" non significa "degradare" la sua immagine o strumentalizzarla. Una donna può e deve essere libera di scegliere anche di farsi fotograre come vuole, vestita, semi vestita o nuda; e se in taluni casi riceve anche dei  soldi in cambio, non significa che abbia venduto la propria dignità.

Io penso che parte della sinistra e del movimento femminista nella loro lotta per l'emancipazione della figura femminile, abbiano perso di vista il principale obiettivo : la libertà, per la donna, di scegliere, di essere stessa, di amare ed essere amata. 

Personalmente, preferirei essere fotograta con una rosa in mano o con una gonna al vento, piuttosto che come una monaca, con un tailleur gonna e giacca o con abbigliamento tragressivo e antifemminile. E non per questo mi sentirei "usata", "strumentalizzata" o, peggio, poco "intelligente". Mi sentirei, invece, pienamente soddisfatta, perchè libera di scegliere quello che volevo e di essere quella che sono, una donna.

Un ultimo consiglio alle donne : RITROVATE VOI STESSE.





Queste parole, come molti di voi già sapranno, sono tratte dal film "Message in a bottle" , uscito nelle sale italiane nel 1999 con il titolo "Le parole che non ti ho detto". Il film è a sua volta tratto dal romanzo di Nicholas Sparks.
La lettera che ho riportato è stata scritta da Catherine, moglie di Garret (Kevin Costner), che nel film non compare mai, in quanto già morta.

Nonostante ciò, al di là della romantica e coinvolgente storia tra Garret e Theresa, è lei, Catherine, la protagonista "invisibile" del film. Un'immagine assente fisicamente, ma presente ogni istante, dall'inizio alla fine, attraverso le sue lettere, i suoi quadri, i ricordi indelebili nella mente di Garret.

Quando vidi il film la prima volta, le parole di questa lettera mi colpirono profondamente, ero ancora una ragazzina e mi chiedevo se potesse davvero esistere un amore così, se si potesse davvero incontrare da qualche parte nel mondo quello che in fondo tutti cercano, ma soltanto pochi trovano : un amore così forte da superare qualsiasi ostacolo, qualsiasi problema, addirittura anche la morte. E mi chiedevo se bastasse questo affinchè la vita potesse acquisire un senso e potesse salvarci.

A suo tempo non seppi darmi una risposta, anzi ascoltavo le parole di quella lettera con stupore e scetticismo.

Credo, infatti, che certe cose bisogna viverle per poterci credere. Spesso ci facciamo domande e poi passano giorni, mesi, anni finchè la vita ci dia una risposta. Ed è per questo che solo oggi, sono ad un passo dal credere che sia possibile. Certe cose non succedono solo nei film; esistono davvero legami indissolubili che non si spezzano, è vero che l'amore ci cambia e ci salva.

E' vero che nessuno è inutile, è vero che tutte le persone che incrociamo nella nostra vita, le incontriamo per un motivo, nel bene e nel male. Ma credo anche che un grande amore s'incontra raramente e solo un grande amore può avere la forza di cambiare radicalmente il corso della nostra esistenza, di mettere in crisi tutte le nostre certezze e convinzioni, di salvarci.
Solo un grande amore può tutto questo ; per questo sono convinta che niente in fondo è più importante.


 



You must remember this : A kiss is still a kiss, a sigh is still (just) a sigh, the fundamental things apply as time goes by...And when two lovers woo, they still say: I love you”..On that you can rely, no matter what the future brings, as time goes by...

Devi ricordartelo : un bacio è sempre un bacio, un sospiro è sempre (solo) un sospiro, le cose fondamentali rimangono col passare del tempo...E quando due amanti si fanno la corte, dicono sempre "Ti amo"...su questo ci puoi contare, qualsiasi cosa porti il futuro col passare del tempo...


"...E scrivere d'amore, anche se si fa ridere;
anche quando la guardi, anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere;
e non aver paura, non aver mai paura di essere ridicoli:
solo chi non ha scritto mai lettere d'amore
fa veramente ridere...

Le lettere d'amore di un amore invisibile;
le lettere d'amore che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d'amore che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere,
magari fossi in tempo per potertele scrivere..."

R. Vecchioni - Le lettere d'amore


La donna è tra i soggetti prediletti dai poeti d'ogni epoca e luogo.

L'immagine della donna, nelle sue mille sfaccettature, ha da sempre ispirato i cuori degli uomini più sensibili ed intelligenti della storia della letteratura, i quali ci hanno consegnato nei secoli versi stupendi dedicati a questo essere così affascinante e complesso che è la donna.

Periodicamente inserirò alcune delle poesie più belle che conosco dedicate all'universo femminile.

Questa la prima che ho scelto :

"Io voglio del ver la mia donna laudare"
Guido Guinizzelli

Io vogliọ del ver la mia donna laudare
ed asembrarli la rosa e lo giglio:
più che stella dïana splende e pare,
e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio.

Verde river’ a lei rasembro e l’âre,
tutti color di fior’, giano e vermiglio,
oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
medesmo Amor per lei rafina meglio.

Passa per via adorna, e sì gentile
ch’abassa orgoglio a cui dona salute,
e fa ’l de nostra fé se non la crede;

e no·lle pò apressare om che sia vile;
ancor ve dirò c’ha maggior vertute:
null’ om pò mal pensar fin che la vede.

Parafrasi :

Io voglio lodare la mia donna secondo verità,
 e paragonarle la rosa ed il giglio.
Appare fulgida di splendore più della stella del mattino,
 e paragono a lei ciò che vi è di splendido nel cielo.

Paragono a lei la verde campagna e l'aria,
 tutti i colori dei fiori: dal giallo al rosso
 l'oro, i lapislazzuli e ricchi gioielli degni di essere donati.
Persino amore per merito suo ingentilisce meglio i cuori.

Ella adorna ogni via per cui passa,
 è così gentile che piega l'orgoglio di chiunque saluta
e lo induce a convertirsi alla fede, se non è credente.

Non le si può avvicinare persona d'animo ignobile
Ma ha una virtù ancor più grande:
Nessuno può pensar male finchè la guarda.


E' questa una poesia celeberrima che, chiunque abbia frequentato un buon liceo, ha sicuramente letto almeno una volta.
Purtroppo a scuola, a causa di insegnanti che spesso non sanno insegnare e hanno la capacità di rendere anche le cose più belle come la poesia, estremamente noiose e banali, spesso ciò che si studia non viene apprezzato.

Non mi soffermerò sull'analisi del testo perchè non è questa la sede, ciò che mi interessa è sottolineare il significato e il dolcissimo e raffinato contenuto della poesia.

Come si nota dalla composizione ( 2quartine - 2terzine) si tratta di un sonetto, appartenente al movimento poetico del "Dolce Stil Novo", del quale Guido Guinizzelli fu uno dei maggiori esponenti, o meglio un precursore.

Come si deduce dall'incipit, il tema del componimento è la lode alla donna amata, la quale agli occhi del poeta assume le sembianze di un angelo, un tramite tra la terra e il cielo, e la sua bellezza esteriore è l'effetto della sua bellezza interiore, della sua nobiltà d'animo. Infatti una delle idee principali degli stilnovisti è che la nobiltà non sta nella ricchezza, ma nella purezza e gentilezza dell'animo. Un animo puro e gentile è un animo nobile e un animo nobile ha il potere di nobilitare qualunque cosa gli passi accanto.

La celebrazione della donna amata avviene innanzitutto attraverso il paragone con ciò che di più bello c'è in natura :
  • La rosa e il giglio, simbolo l'una di bellezza esteriore, l'altro di purezza interiore 
  • La stella del mattino e ciò che di più bello splende in cielo
  • Il verde della natura, la purezza dell'aria
  • Tutti i fiori, che con i loro i colori rappresentano tutti i buoni sentimenti che la donna racchiude nel suo animo
Il suo amore è prezioso come i lapislazzuli e qualsiasi altra pietra preziosa degna di essere donata; ma ciò che più colpisce è che la donna viene vista come ispiratrice e purificatrice dello stesso Amore. E' solo grazie a lei, infatti, che l'amore si "affina" e i cuori s'ingentiliscono.

Ma è negli ultimi versi che la lode alla donna amata si fa sublime : la sua bellezza è tale da
  • rendere più bello qualunque luogo in cui le passi
  • piegare l'orgoglio di chiunque lei saluta
  • indurre a pensare all'esistenza di Dio, anche chi non crede
  • allontanare qualsiasi pensiero cattivo o malessere.
E' così compiuto il processo di sublimazione che eleva la donna amata a "donna-angelo", elemento che contraddistingue tutta la poesia stilnovistica. 

Questo componimento non è soltanto una celebrazione alla donna, ma anche una vera e propria dichiarazione d'amore.
Credo che oggi nessuno più scriverebbe una poesia del genere, perchè i tempi (così come il modo di vivere i sentimenti) ,sono cambiati, perchè (ahimè) non sempre le donne con i loro atteggiamenti inducono un uomo anche solo ad immaginare parole di questo tipo ed anche perchè oggi, per un motivo che a me è ancora ignoto, ci si "vergogna" sempre più ad esprimere i propri sentimenti ; sembra ormai diventato un peccato anche innamorarsi, figuriamoci se qualcuno si sedesse su una scrivania con una penna in mano a scrivere questi versi. Oggi l'amore (fisico o platonico che sia) ha perso molto della sua poesia, è sempre più un fatto pratico da consumarsi in fretta ed esaurirsi con altrettanta velocità, o soltanto una banale routine.

Al tempo stesso, io sono un'eterna sognatrice e mi piace pensare che da qualche parte nel mondo ci siano ancora uomini sognatori che, quando pensano alla donna amata, la paragonino ad una rosa e un giglio.  







L'estate si avvicina...il miglior modo per passare gli assolati pomeriggi estivi è sedersi all'ombra, accanto al lieve e dolce profumo dei fiori e leggere un buon libro, magari non eccessivamente complicato o "pesante"...Io, in estate, a causa del caldo eccessivo, che spesso stanca e sfiacca, non amo immergermi in letture troppo impegnative, in cui si deve stare troppo concentrati. Preferisco letture più fluide, leggeri, ma non banali...un romanzo rosa lo trovo spesso l'ideale per divagare con la mente, ricordare, immaginare, pensare, sognare...

La letteratura "rosa" di solito è considerata un sottogenere della letteratura, una sorta di sorella "povera" della letteratura, quella vera, quella con la L maiuscola per intenderci.

Io non sono daccordo..e lo dico proprio io che di solito per motivi di studio e interessi personali mi dedico a letture impegnative, ai grandi classici e non sempre di "facile consumo", alla poesia e filosofia. 
Credo che la letteratura rosa abbia una sua dignità e per questo dovrebbe essere maggiormente valorizzata. Il fatto che affronti temi più tranquilli, leggeri, venati di romanticismo, a lieto fine e dedicati ad un pubblico femminile non significa che abbia un valore inferiore rispetto all'altro tipo di letteratura. E' vero che come tutti i generi di consumo può contenere libri cosiddetti "scadenti" da un punto di vista letterario e stilistico, ma non sono tutti così...molti sono fatti bene e hanno un loro valore e una loro importanza, non meno di libri di altro genere.

I classici dei romanzi rosa appartengono soprattutto ai francesi : Delly, pseudonimo dei fratelli Jeanne-Marie, e Frédéric Petitjean de la Rosière. In italia il nome più famoso è legato ai romanzi di Liala

Consiglio a tutte le donne appassionate di lettura e che amano anche il romanticismo di non sottovalutare questo genere e approfondirlo, se già non l'hanno fatto.


Painting by Vicente Romero Redondo
 

Oggi voglio parlarvi di un libro da poco uscito. Non è un romanzo, non è un libro di poesia, non è un libro di storia o di filosofia, non è un libro da intellettuali, ma comunque un libro ben fatto, elegante senza essere pesante, leggero senza essere banale.

Sto parlando di "La Parigina", un libro scritto da Inès de la Fressange con la giornalista di "Elle France" Sophie Gachet.

240 pagine, 350 illustrazioni e tutta l'intelligenza di chi è saputa passare dalle stelle alle stalle, da Karl Lagerfeld a Zara, dalle passerelle ai cimiteri, sempre con quella grazia del corpo e degli abiti che passa sotto il nome di "chic". Si, perchè nella vita ci vuole stile, è questo fondamentalmente il messaggio che Ines vuole trasmetterci : la vita, dalle cose importanti a quelle più banali, va affrontata con stile e lo stile di una donna si manifesta anche ( ma non solo ) con l'abbigliamento.

Non è un manuale d'eleganza e nemmeno una di quelle pubblicazioni americane che pretendono di trasformare il brutto anatroccolo di turno in una modella di Vogue. Il libro di Ines è un vademecum della schiettezza, la testimonianza di quanto sia importante resistere agli sgambetti della vita col rossetto giusto, la giacca che non ti fa sembrare un pezzo d'antiquariato e le scarpe che ti mettono su un piedistallo per compiacere gli uomini e al tempo stesso per non farti scavalcare da loro. Il segreto di tutto ciò sta nel senso del bello, nell' ironia e nell'intelligenza, nel mixare, mescolare, stravolgere, cercare capi e accessori vintage e low cost da abbinare a cose griffate, scegliere capi non troppo logati e soprattutto non vestire con lo stesso marchio o monocromatico dalla testa ai piedi.

Quali sono i segreti chic della parigina? “Avere l’atteggiamento made in Paris è una questione mentale anche per me che ho visto la luce a Saint Tropez. Essere rock e mai borghese, il principale obiettivo è divertirsi con la moda senza subirla, seguire solo qualche regola e trasgredire le altre, questo è lo stile” ci svela la famosa modella francese.

Qualche esempio?
  • Un filo di perle da abbinare con una T-shirt rock'n'roll da pochi euro e un paio di jeans
  • Abbinare al tubino nero le ballerine (e non le scarpe col tacco) per essere elegante e pratica nella frenetica vita diurna o lavorativa.
  • Indossare un abito da sera con la borsa di paglia (non con la pochette dorata).
  • Abbinare i jeans ai sandali gioiello o comunque scarpe col tacco (e non con le scarpe da ginnastica)
  • Mettere un abito da sera con sandali semplici a effetto nudo (non con quelli gioiello)
Insomma Ines ci insegna che il decalogo dello stile sta nell'arte di decontestualizzare, sdrammatizzare con intelligenza e senso del bello. Ci insegna che essere "parisienne" non significa necessariamente indossare abiti costosissimi firmati Dior, Chanel, YSL ecc... ; Lo stile, come del resto ci aveva detto Coco, non sta nella ricchezza, ma nell'assenza di volgarità.
Inserisco qui sotto alcune pagine per rendere meglio l'idea del libro.

  





Io mi trovo daccordo con le idee della modella e stilista francese e, dalle recensioni che ho letto, lo trovo un libro interessante, sicuramente non banale. Appena posso, lo comprerò senz'altro.

Lo consiglio anche a voi tutte, un libro da leggere con interesse e spensieratezza, un vademecum da portare con sè o da regalare ad un'amica, sorella, mamma o a chiunque ami vestire alla "parigina" con intelligenza, gusto estetico ed ironia...senza spendere cifre stratosferiche.

Il libro costa 25 euro, con lo sconto si può trovare anche sui 20 euro.


Nella seconda e ultima giornata di visita in Croazia, durante la messa celebrata a Zagabria il pontefice ha invitato a "non cedere a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria o addirittura sostitutiva del matrimonio". E a non ridurre l'amore a "emozione sentimentale", a "pulsioni". Il Papa ha incentrato la sua omelia sul valore della famiglia, esposta "a una crescente disgregazione", mentre rappresenta la via per "vivificare il tessuto sociale". E ha riaffermato "il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio".Da Ratzinger anche un appello a fare figli e a non aver paura. "Non bisogna avere timore - ha affermato - di impegnarsi per un'altra persona. Care famiglie, gioite per la paternità e la maternità. L'apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel futuro".

Il Papa deve aver letto quello che ho scritto proprio ieri qui sul blog e ha pensato di dire la sua...eheh...
Scherzi a parte, mi sta anche bene che il Papa ( o chiunque altro ) esponga la propria idea. Quello che non mi sta bene è che quest'idea, solo perchè pronunciata dal Papa o comunque provenga dalla chiesa, debba passare come "la verità assoluta", l'idea più giusta.

Ho già espresso nel post precedente come la penso e quindi non mi ripeterò. E' ovvio comunque che la mia idea sia diametralmente opposta a quella della Chiesa. Il papa insiste sul "matrimonio", io insisto sull' "amore" o su quello che lui definisce riduttivamente "emozione sentimentale" o "pulsione".  Ma evidentemente il Papa non condivide l'idea che si possa amare anche fuori dal "sacro vincolo del matrimonio" e che ci possa impegnare con una persona senza testimoni divini o legali, senza contratti e carte scritte, ma solo con il cuore.

Come ho scritto nel post precedente, secondo me anche la convivenza, in taluni casi, ha i suoi lati oscuri e ipocriti tanto quanto il matrimonio ( religioso o civile che sia ), ma non oso fare di tutta l'erba un fascio, pensando che da una parte si sia nel giusto, dall'altra nell' errore o peggio nel peccato.

Si può scegliere la convivenza in base alle proprie idee religiose ed etiche e si può viverla con onestà, amore e sincerità, forse molto più di tanti ipocriti cattolici che "predicano bene e razzolano male" ; così come ci possono essere dei matrimoni vissuti con sincerità nei confronti della persona amata e di quello in cui si crede.
La questione non si può ridurre al dualismo matrimonio-convivenza, il nodo focale dell'argomento è solo l'amore e questo può esserci come non, in entrambi i casi; tutto dipende dalle singole situazioni e soprattutto in che modo queste si vivono.

Io non giudico a priori pensando che la scelta che farei io sarebbe la più giusta in tutti i casi. Mi piacerebbe che anche la Chiesa non avesse la presunzione di essere sempre e necessariamente nel giusto e soprattutto non giudicasse senza conoscere.

UTOPIA? 

Mi è venuto in mente di scrivere questo post sentendo le "urla" dei miei vicini di casa. Il figlio ha deciso di sposarsi. Ogni giorno a quest'ora sento litigare i futuri coniugi e genitori e figlio...Il motivo ovviamente è solo uno : quello economico. La futura moglie pretende dal futuro marito, il futuro marito pretende "aiuto" dai genitori affinchè quel giorno sia tutto impeccabile, dall'abito alle bomboniere, dalla lista nozze alla casa, dalla cerimonia al ristorante..per non dimenticare il viaggio di nozze.  Mi chiedo "ma l'amore che fine ha fatto?" In fondo se ci si vuole sposare per "amore", come si dice sempre in questi casi, non c'è bisogno di tutta questa parata, ci si può sposare anche senza tutto questo. Fermo restando che io resto dell'idea che per amarsi non c'è bisogno di sposarsi, nè in chiesa nè civilmente.

In ogni caso, a tutt'oggi, gli italiani sono divisi in due grandi categorie : i più "conservatori", legati ancora all'idea del matrimonio ( civile o religioso che sia ) e i più progressisti, favorevoli alla convivenza.

Da che parte stia io, è difficile dirlo. Ogni volta che mi viene posta questa domanda, rispondo "Io sto dalla parte dell'amore".

Il motivo per cui rispondo così è presto detto : in fondo non mi riconosco in nessuna delle due categorie.  

Le analizzerò una per volta :
  • MATRIMONIO
Per molte persone il giorno del matrimonio è annoverato come il giorno più bello della loro vita, perchè " ci si sposa una volta sola" e quel giorno tutto deve essere perfetto. Ci sone ragazze che inseguono questa idea del matrimonio dai 14/15 anni, altre ( le finte snob ), da ragazzine, per sembrare controcorrente, dicono di rifiutarlo, poi facendosi più grandi cominciano a "cambiare idea" e quando meno te l'aspetti, te le ritorvi davanti ad un altare o in comune a firmare i documenti.

A volte mi capita di vedere su facebook album dedicati a questo "grande giorno" e ogni volta che li guardo, non so perchè, mi sale un senso di tristezza...si, tristezza è la parola più adatta. Quelle foto tutte uguali : la sposa davanti allo specchio che si acconcia i capelli e si applica le unghia finte rigorosamente bianche, la foto col bouquet sul letto "bianco", la foto davanti casa sottobraccio a papà, la foto in macchina, l'ingresso in chiesa, le foto durante la messa, la foto del giuramento, la foto dello scambio delle fedi, la foto dei genitori in lacrime di gioia, la foto all'uscita della chiesa, il riso, le foto al ristorante, le foto con i vari nuclei familiari davanti al cestino di bomboniere..tutti allegri e felici, le stesse facce, le stesse parole, gli stessi gesti. Non voglio dire che dietro tutto questo non ci sia per nulla amore, ma sembra che l'amore diventi qualcosa di secondario...soprattutto se si pensa ai retroscena : primo fra tutte l'ipocrisia della sposa in bianco ( che nell'80% dei casi non è vergine ) , le urla e i litigi per questioni economiche che hanno preceduto il matrimonio, il giorno precedente dove i due futuri sposi hanno dato l'addio al nubiliato/celibato, nel peggiore dei casi "cornificandosi" a vicenda, nel migliore passandolo ad assaporare i "felici ultimi istanti" da liberi ( perchè vi state sposando, allora? mi verrebbe da chiedergli...) , senza dimenticare i tradimenti all'interno del matrimonio, più o meno palesemente ignorati e accettati, per i più svariati motivi, primo fra tutto sempre quello economico.    

Il matrimonio al comune si svolge con modalità diverse, di solito optano per questo chi non crede in Dio, nella chiesa o chi vuole semplicemente "legalizzare" la propria posizione.

In ogni caso, il matrimonio, religioso o civile che sia, è un modo per legittimare di fronte a Dio, alla legge e alla cittadinanza,  un unione che altrimenti non sarebbe legittima. Poi si, c'è anche l'amore...quando c'è...

  •  CONVIVENZA
La convivenza è la scelta che fa di solito chi non vuole sposarsi in chiesa, chi non vuole legalizzare la propria posizione nemmeno in comune, chi vuole "conoscersi meglio" prima di sposarsi e chi non vuole responsabilità.

Ed è soprattutto su questo punto che voglio soffermarmi. In realtà molte persone che optano per la convivenza, non fanno questa scelta per motivi religiosi o etici ( che in tal caso condividerei ), ma perchè in fondo convivere è più semplice, non comporta responsabilità e ci si può lasciare in qualunque momento senza avere "grattacapi" legali, soprattutto se non si hanno figli.

Osservata da questo punto di vista, anche la convivenza ha il suo lato oscuro, non meno ipocrita del matrimonio..e la mia domanda è sempre la stessa: "l'amore dov'è"? 

E' ovvio che le storie possono finire, ma scegliere la convivenza perchè si parte da questo presupposto è sbagliato e, a mio avviso, squallido.



Ecco spiegato il motivo per cui in fondo non riesco ad inserirmi in nessuna delle due categorie, almeno nel modo in cui le vivono la maggiorparte delle persone.

Io sto dalla parte dell'amore e in nome dell'amore faccio la mia scelta. Non avrei bisogno di sposarmi per amare, non mi interessano le parate di fronte al mondo, e se scegliessi di convivere con un uomo, lo farei solo per amore...e per amore potrei restare legata a lui per sempre senza bisogno di legalizzazioni di alcun tipo. 

Insomma la questione ,per me, non sta nè nel matrimonio, nè nella convivenza...il nucleo dell'argomento è solo l'amore.

Per le mie idee in fatto di religione ed etica, credo che opterei per la convivenza, sentendomi "moglie" e "madre" a tutti gli effetti senza essere sposata, sentendomi "amante" e amata" nella libertà e nella sincerità per sempre.

In conclusione, non voglio fare di tutta l'erba un fascio, credo che in entrambi i casi ci siano persone sincere, che con sincerità si amano...seppure in numero esiguo.
Sposati o conviventi, faccio a tutti i miei migliori auguri di una vita d'amore :)
Dreaming Rome...

 
Dreaming Rome... by Madamoiselle Flora


  • Roma
  • Un'atmosfera d'altri tempi
  • "Tresor in love", il profumo degli istanti preziosi
  • Un incontro speciale
  • "I love you for sentimental reasons" in sottofondo
  • Un bacio...










Ciò di cui sto per parlarvi, l'ho scritto già in un altro blog ( http://tralaspazzaturaeifiori.tumblr.com/ ). Ho deciso di condividerlo anche qui, perchè mi sembra un argomento appropriato per "una ragazza fuori moda". Del resto sono sempre io l'autrice del post..:)

Qualche mese fa, ho acquistato un doppio cd contenente i successi di Sam Cooke.
Da quel giorno ad oggi l’ avrò ascoltato almeno una volta al giorno per intero...e chissà quante volte ancora l’ascolterò… 

Ho sempre avuto la sensazione di essere nata nell’epoca sbagliata..avrei voluto vivere la mia giovinezza negli anni 50/60, preferibilmente a New York ( o comunque in America) e a Parigi. Forse a quei tempi mi sarebbe “bastata” anche l’ Italia, ma potendo scegliere avrei preferito l’estero..forse perchè gli italiani hanno sempre avuto la “capacità” di banalizzare sempre tutto…non voglio fare di tutta l’erba un fascio, ma nell’80% dei casi è così, ahimè…
Così quando ho voglia di immergermi nel “mondo che vorrei” ascolto questo genere di musica e in un attimo le note mi portano in una realtà che sembra così lontana dalla nostra ( seppure non sia così distante cronologicamente )…una realtà fatta di un’ eleganza che oggi non esiste più, forse perchè all’epoca l’ eleganza partiva da dentro, dall’animo..ed un animo elegante era innanzitutto un animo gentile. Oggi invece la gentilezza è ormai un sentimento sconosciuto e l’eleganza, quando c’è, è solo un fatto esteriore, una questione di moda, abbigliamento e firme.

Inoltre quella era un’ epoca dove c’era ancora spazio per i “buoni sentimenti”, soprattutto per l’amore, vissuto in modo completamente diverso rispetto ad oggi.
Erano anni in cui
  • ci si innamorava (davvero) e non ci si vergognava di ammetterlo a se stessi e all’altro/a
  • i ruoli tra uomo e donna erano ben definiti, cosicchè l’uomo poteva esprimere se stesso e la propria virilità e la donna poteva manifestare la sua femminilità con spontaneità, senza rivalità e assurde competizioni
  • l’uomo corteggiava la donna e non viceversa, come avviene oggi dove le ragazzine e donne di ogni età vanno dietro ,in modo più o meno pietoso, ad ogni paio di pantaloni che attira la loro attenzione
  • l’uomo donava alla propria donna un mazzo di fiori e il suo amore, non una borsa o l’ultimo modello di Iphone
  • l’uomo si offriva di accompagnare la donna a casa e non il contrario
  • si scrivevano ancora le lettere d’amore e non ci si vergognava di scriverle
  • le donne si innamoravano di uomini con un età più o meno superiore alla loro, non come oggi dove donne di 40 anni e più mostrano ”strane” e permettetemi “ridicole” attenzioni nei confronti di ragazzi di vent’anni
  • l’uomo dedicava alla donna una canzone per dichiararle i suoi sentimenti
  • la donna si innamorava di un uomo per la sua intelligenza e il suo fascino e l’uomo s’innamorava di una donna per la sua femminilità, gentilezza, dolcezza e sensibilità
  • l’amore era un sentimento “leggero” anche quando faceva piangere perchè si aveva la fiducia che nonostate tutto l’amore poteva durare anche per sempre, senza doversi vergognare di ciò
Ovviamente, come tutte le epoche, anche questa ha avuto le sue luci e le sue ombre, ma in linea di massima credo fosse di gran lunga superiore alla nostra…quello che mi manca di quegli anni è la genuinità, l'elegante semplicità, l’onestà, la fiducia…e il fatto di non averli vissuti.

Ciò che resta oggi di tutto questo forse sono solo le canzoni come quelle di Sam : “I’m just a country boy”, “Wonderful world”, “Only sixteen”, “You send me”, “Sad mood”, “Venus”, “Unchained melody” ( che reputo migliore della più nota versione diventata celebre nel film “Ghost” ), “Under Paris skies”, “Arrivederci Roma”, “London by night”, “Sweet Leilani” e tante altre come “When a boy falls in love”, della quale inserisco canzone e testo :



"I’ve heard them say love was a wonderful thing
Something you couldn’t hide on a shelf
But to me they no longer have to explain
Because I know for myself

He awakens each morn with a smile on his face
When a boy is in love
And the world to him is a beautiful place
When a boy is in love
He’s up and he’s gone
There’s no breakfast for him
‘cause he lives on the love of his sweet little gem
The day’s not through
though it’s not very long
Before he must talk to his girl on the phone
That’s how it is when a boy falls in love

His girl’s voice on the phone brings him wondrous delight
When a boy is in love
If there’s been any darkness it all fades from sight
When a boy is in love
He can hardly wait ‘till the moment they meet
For he knows when he sees her
his day will be complete
When they’re finally alone and he kisses her lips
The world sings a love song and his heart turns a flip
That’s how it is, when a boy falls in love

At the end of the day the time comes they must part
The strains of regret tear away at his heart
and late in the night, as he sleeps on his bed
visions of her sweet charms, how they dance in his head
and before you know, he is buying a ring
To capture forever that sweet darling thing
That’s how it is when a boy falls in love…"


That’s how it is when a boy falls in love…questo è ciò che succede quando ci si innamora, questo è l’amore nella sua pura essenza...   
Scoprire il mondo a trent'anni, dalla tessitura alla pittura

Fatema Mellal è nata nel 1968 a Tamellalt, paese a un centinaio di kilometri da Ouarzazate. Suo padre, fino alla pensione, ha lavorato nelle miniere di Bouazar. Dei suoi sette figli, soltanto i cinque maschi sono stati a scuola. Fatema e sua sorella dovevano trasportare le fascine, aiutare nei lavori agricoli e, in più, tessere. Non andare a scuola significa non imparare l'arabo, nè le altre lingue straniere.

A trent'anni anni Fatema decide di passare dalla tessitura dei tappeti alla pittura: "Volevo comunicare: i tappeti, nella nostra regione, che è molto isolata, non si vendono. Si tesse per necessità familiari. Io ho venduto soltato due tappeti in tutta la mia vita. Ma quando mi sono messa a dipingere, ha subito funzionato".

Ma ha funzionato perchè Fatema aveva la fortuna di vivere in un Marocco dove le associazioni del rurale aprono l'accesso allo spazio pubblico alle donne isolate come lei, anche se non sono scolarizzate e non hanno diplomi, offrendo loro uno spazio per mostrare le loro opere.

La storia di Fatema è come un racconto fatato: con un colpo di pennello è riuscita a rompere la ripetitività di una vita dura e isolata. Per tutta la sua infanzia aveva portato fagotti sulla schiena: "Ho smesso soltanto dieci anni fa, quando le bombole di gas sono arrivate in paese".  E in più c'era da tessere i tappeti che servivano alla famiglia. "Un giorno mi è presa la voglia di comunicare scarabbocchiando cose sulla carta".

Incoraggiata da suo fratello, insegnante di arti plastiche a Ouarzazate, il quale quando saliva a nord per le vacanze scolastiche, le portava colori e pennelli, comincia a dipingere.

Nel 2002, una turista svizzera passa per il paese, nota i suoi quadri e la invita a esporre nella galleria di Bernahard Tschan a Zurigo. Ottenuto passaporto e visto, Fatema prende l'aereo per Zurigo, vende i quadri e, per la prima volta in vita sua, riceve del denaro "individuale". Torna a casa, paga un professore che le insegni in francese e compra una macchina fotografica. "Per ricordarmi delle persone e dei posti", dice.

Trasformazione radicale all'interno della sua famiglia che invece di lamentarsi del fatto che Fatema a 35 anni è ancora nubile e di proibirle, per renderla "attraente" agli occhi dei pretendenti, di andarsene in giro, suo padre e i suoi fratelli si mobilitano per inserirla  nel circuito delle attività civiche, unica possibilità di incontrare altri artisti e di perfezionare le sue abilità a contatto con loro.

I suoi quadri descrivono, perlopiù, la strabiliante malia delle Gole del Dra e scene di vita quotidiana.  

Ho appreso la storia di Fatima, leggendo il libro "Karawan", che consiglio a tutti di acquistare. Quella di Fatima è solo una delle tante storie presenti nel libro, che ci aiuta a scoprire l'immagine di un Marocco che non si trova nelle guide turistiche, nè fra le pagine e i media che ci mostrano soltanto l'incubo del terrorismo islamico. Su questa "Carovana", reale e virtuale al tempo stesso, incotriamo persone in carne ed ossa e figure mitiche, artisti ed ecologisti, commercianti e professori, scrittori e tessitrici, portavoce di diritti umani e pescivendoli, nomadi e contadini, gente che si collega tramite tv satellitari ed internet al resto del mondo dai souk di Marrakech e dalle oasi di Zagora e gente che conserva tradizioni come la tessitura e la calligrafia e che lotta per mantenere l'integrità dei luoghi.
Karawan è un viaggio alla scoperta di un mondo che in fondo noi conosciamo solo tramite pregiudizi e per sommi capi...è un viaggio per sostenere una comune speranza : l'incontro e il dialogo tra Occidente e mondo islamico.   

Qui sotto alcune pitture di Fatema, la cui storia ci insegna che non è mai troppo tardi per realizzare i nostri sogni.


Albero ( è uno dei simboli della dea madre)

Donne con fascine
 (Fatema che ha trasportato fascine dall'età di cinque anni,
le disegna per rinconciliarsi con un'infazia
 in cui solo la bellezza delle montagne
restituisce ai bambini la dignità di cui hanno bisogno).